I senior del centro anziani Zante di Milano, raccontano il lockdown
Introduzione
Il 20 di febbraio, a causa dell’inizio della diffusione della pandemia, il centro per anziani Zante ha dovuto sospendere tutte le sue attività, tra cui il corso di computer dove insegno da 10 anni.
Dopo l’ultima lezione ho pensato che io e i miei allievi non ci saremmo rivisti per molto tempo e che la gravità di questo evento avrebbe creato paura, isolamento e solitudine.
Così agli inizi del lockdown, ho proposto loro di preparare “un compito” per quelle che sarebbero state per tutti “vacanze forzate”, ovvero, un racconto di fantasia a lieto fine: pensare che tutto finisce bene. Fare uno sforzo per immaginare un futuro migliore ci avrebbe aiutato a vivere meglio il presente.
Nasce così questa piccola raccolta di racconti, realizzata e condivisa attraverso i fogli di Google del pacchetto Drive, dagli allievi del corso di computer del Centro socio ricreativo per anziani Zante.
Ringrazio le mie tutor: Ivana, Cecilia, Vilma, Caterina, Alves, Marinella, per aver dato coesione ai gruppi Whatsapp e per aver partecipato ai miei esperimenti virtuali, con loro, tutte le mie allieve e i miei allievi che hanno contribuito a dare senso alle lunghe giornate in cui sono dovuta rimanere a casa.
Simona Savoldi Poli
Presentazione
Febbraio 2020, arriva un ospite, non invitato: il coronavirus, che ha costretto tutti a cambiare stile di vita: tutti chiusi in casa, sospese tutte le attività ed è cominciato un vero incubo per i numerosi ammalati e i tantissimi morti.
L’isolamento ha portato ad ideare contatti e forme di attività a distanza.
Le lezioni di computer del centro Zante sono state sospese, ma Simona ha coinvolto i suoi studenti con lezioni online effettuate con videochiamate collettive: è stato molto bello e si è rotto parzialmente l’isolamento di ognuno.
Un’altra iniziativa è stata quella di creare dei gruppi Whatsapp, dopo aver edotto tutti sul suo utilizzo, che hanno permesso scambi di saluti, informazioni ed amenità che hanno ulteriormente contribuito sia a far sentire meno soli che a cimentare i legami di amicizia creatisi durante la frequentazione del corso stesso.
Ha proposto anche che ciascuno scrivesse un fatto, una sua esperienza o un breve racconto immaginario da raccogliere e lasciare a ricordo.
E’ nato così questo documento.
Grazie Simona
Ivana B.
Passeggiata nel bosco
Era un caldo pomeriggio autunnale quello in cui Amelia decise di fare una passeggiata nel bosco.
Il tortuoso sentiero si snodava tra alti faggi che protendevano le nude braccia verso il cielo limpido.
I suoi passi erano accompagnati dal canto degli uccellini e dal fruscio delle foglie calpestate.
Avanzava felice, immemore del tempo e dello spazio, godendo di uno stato di beatitudine raramente provato.
Un silenzio improvviso la riportò bruscamente alla realtà: una fitta nebbia avvolgeva il tutto, ogni traccia di sentiero era scomparsa.
Si sedette su un tronco caduto con il cuore che le batteva impazzito.
Sapeva che nessuno sarebbe arrivato in suo aiuto.
Stava cercando di recuperare un po’ di calma per provare a ragionare quando una improvvisa folata di vento disperse la nebbia e, con il cuore pieno di gratitudine per lo scampato pericolo, ritrovò e il sentiero e potè tornare a casa.
Ivana B.
Luce nel buio
Quando Simona ha chiesto a ciascuno di noi di scrivere un testo di fantasia a lieto fine mi sono sentita “persa” ed ho dovuto confrontarmi con i miei limiti in fatto di fantasia e immaginazione. Ho subito realizzato di non avere uno spirito fantasioso, nè tantomeno uno spirito creativo e così, invece che a una storia inventata, preferisco dare un epilogo lieto ad una storia vera: quella che stiamo vivendo in questo periodo di giorni bui.
Da un po’ di tempo il mondo si è fermato attonito, spaventato, sospeso tra incertezze, paure, sofferenze; lotta contro un nemico invisibile che attanaglia il corpo e anche l’anima. Un virus oscuro e letale che si diffonde a macchia d’olio e ci rende impotenti e fragili. Un dramma collettivo che mette a dura prova istituzioni, politiche, economie… chiude le città in quarantene e i cuori in tristezze e dolori infiniti. Una situazione tragica contro cui, con impegno, competenza, abnegazione operano tutto il mondo sanitario e un esercito di volontari.
Noi possiamo aiutarli con responsabilità e senso civico, accompagnando la loro assidua, costante, instancabile, lodevole, mirabile, preziosissima opera con preghiere e sentimenti di profonda riconoscenza.
Da tutto questo marasma fioriscono riflessioni e considerazioni sul nostro vivere: la malattia ci rende tutti uguali, deboli, indifesi, consapevoli della nostra limitatezza di fronte alla fine; ci invita a ridare valore a rapporti, sentimenti, affetti, ad essere più disponibili e più umani..
E, siccome “in ogni tormento c’è sempre un segno di luce”, facciamo cantare in noi la speranza e ripetiamoci: ”ANDRA’ TUTTO BENE” !!!
Così, sconfitto il virus, ci scrolleremo di dosso la paura e torneremo a sorridere alla vita e ad “annusarci” come fa il cagnone del mio vicino quando mi vede…
Laura L. C.
Mister Coronavirus
Ragazzi, ho 80 anni ma mi sento ancora giovane: infatti conduco la vita di sempre, un poco più tranquilla ora che sono in pensione, continuando a provvedere di persona alla cura del ménage familiare.
Ma, a sconvolgere il mio sereno tran tran e far vacillare le mie certezze, ecco apparire un certo Coronavirus, che per la verità è pure bello, che si accompagna molto volentieri agli ultrasettantenni con spiccata predilezione per quelli ancora più anziani, facendone sue prede.
Santo cielo, anch’io potrei essere una sua conquista, per cui me ne sto tappata in casa, uscendo il minimo indispensabile, nella speranza di non attirare la sua attenzione.
Siccome, come dice il proverbio, bisogna fare di ogni necessità virtù, mi dedicherò a quei lavoretti noiosi, antipatici e non urgenti che tendo a rimandare, nell’attesa che il Bellimbusto, stanco di girovagare nella zona, se ne torni fra le braccia del pipistrello o, meglio ancora, venga abbattuto dalla nostra contraerea.
Ma, cosa succede fuori? C’è una luce abbagliante e un intenso calore e là in fondo sta avanzando con incedere maestoso una bellissima e imponente signora, chiamata Libertate, che protende le mani verso il principe del male che diventa sempre più piccolo fino a dissolversi nel nulla.
Tutta la gente scende in strada, canta, balla, ride, è come impazzita e tutto torna come prima, forse meglio di prima, avendo compreso che scienza, competenza e solidarietà sono le forze vincenti.
Cesira T.
Favola dei nostri giorni
In questo periodo di preoccupazione – ansia e isolamento (anche se questo momento sembra una eternità ) arriva un virus il Coronavirus o COVID 19 (come lo si voglia chiamare), Il virus che non guarda in faccia a nessuno e va per la sua strada , ma sembra che prediliga le persone che con l’età hanno visto di tutto: guerre-pestilenze-pandemie ecc…, che però sono uscite indenni a tutto quello che la vita ha messo loro davanti, a sfidarla.
Mi affaccio alla finestra e vedo poche persone che transitano, chi con la mascherina e chi senza. La mascherina è una fonte di protezione. Vedo una signora che con fatica traina il carrello della spesa, data l’età avanzata, un signore che guarda e manda un saluto frettoloso, ma dall’espressione dei suoi occhi noto che invece vorrebbe trattenersi a parlare o fare una battuta scherzosa, ma rispetta il momento delicato della situazione.
Lo sguardo va a ciò che mi circonda: la via, il poco traffico, il giardino e vedo il risveglio della natura; sospiro avvolta in mille pensieri. La primavera è alle porte tutto si sta risvegliando dal torpore dell’inverno, come accade sempre,dici forza: si ricomincia e tutto ci sorride, dunque forza si rinasce più forti di prima.
Questo racconto non è una favola, ma lo stralcio di vita di questi giorni, che quando sarà passato trasformeremo in una favola e diremo: c’era una volta il Coronavirus o COVID 19 ecc… ad ognuno il suo finale.
Un pensiero.
Mody C.
Nel mio quartiere
Nel mio quartiere si sente e si incomincia a vedere la primavera con qualche pianta che germoglia foglie e si copre di fiori colorati; è molto piacevole camminare, osservare, e, ogni tanto, incontrare qualche conoscente per scambiare qualche parola su come va la vita e come si sta di salute.
Oggi, come si sa, ci siamo chiusi un casa per necessità, mi auguro che nel tempo si possa tornare a una vita normale per continuare a goderci questo bellissimo quartiere.
Bruno F.
Valanga
C’era una volta, in mezzo a valli sperdute tra alte montagne e boschi, un piccolo paese abitato da gente tranquilla e operosa, abituata a procurarsi ciò che le serviva nella vita quotidiana, in pace con se stessi e il mondo.
Tutte le cose belle, quando tutto procede bene e si vive in modo sereno e armonioso non pensando che possano succedere guai, purtroppo finiscono e capita ciò che non ci si immagina.
Un giorno la natura provocò una valanga che sconvolse la vita di quei tranquilli e operosi abitanti distruggendo la loro vita e il paese Essi però non si scoraggiarono e decisero, tutti insieme, di ricostruire il loro paese, nel modo migliore, usando ciò che era rimasto, ed alla fine, pur con sacrificio, ottennero il risultato voluto: ricostruendo la loro vita e il paese.
Carlo C.
La Primavera
Strana questa primavera in cui tra otto giorni entreremo ufficialmente.
Le giornate si allungano, la temperatura diventa mite: è tutto un risveglio.
Si desidera stare all’aperto, socializzare invece è diventato complicato.
È comparso improvvisamente un Virus sconosciuto piuttosto tosto che ci ha trovato impreparati.
Milano è quasi spettrale e mi mette angoscia. Le Direttive ci invitano fermamente a rimanere il più possibile in casa fino ai primi di Aprile, sembra tutto cristallizzato, ma la Primavera avanza a grandi passi: spuntano le gemme, le margheritine e le viole fanno capolino tra il verde, la Natura ha il sopravvento.
Passerà la paura del Virus, la vita riprenderà il suo corso, il sole tornerà a risplendere ma speriamo che il “Virus” ci abbia insegnato ad essere più semplici, avere dei valori morali e accettare che di fronte all’ignoto siamo meno di zero.
Gabriela R.
Storia di un altro mondo
In un lontano pianeta della Galassia viveva una popolazione alquanto strana; due etnie sempre in lotta fra loro: Virus e Anticorpi.
Era una lotta continua. I Virus, cattivi e invadenti non davano tregua, ma gli Anticorpi non si arrendevano facilmente ed escogitavano sempre nuove misure difensive. Così tra alti e bassi la vita continuava. Finché un bel giorno gli Anticorpi, compatti, trovarono il modo di sconfiggere i nemici e con grande esultanza arrivarono alla vittoria e i Virus, sconfitti, furono sottomessi. Da allora su quel pianeta tornò la tranquillità.
Rita B.
Furia
Furia, pastore belga, girava sperduta nel paese di montagna dove passavo le vacanze. Affamata frugava tra le pattumiere. L’ho portata a casa e rifocillata. Per la notte le ho fatto una cuccia in garage, lasciandogli la porta aperta. Al mattino ho trovato il garage sottosopra. Miracolo!! Quando l’ho portata in casa si è’ trasformata in un agnellino.
E’ rimasta con noi per dieci anni per la sua e la nostra felicità
Laura O.
Quarantena al tempo del Corona Virus
Dopo un mese e 10 giorni di segregazione in casa, posso dire di conoscere il concreto significato di quarantena. Le ore scorrono in modo diverso: si ha più tempo per cucinare, per lavorare a maglia, per fare qualche esercizio fitness, per leggere il libro che si era dimenticato di finire e se ne inizia uno nuovo, per guardare fuori dalla finestra assaporando l’aria fresca e guardando il panorama, pensare: ” accidenti!, dovrei andare a fare la spesa ma posso? Quanto ci metterò? devo indossare la mascherina, i guanti, devo mettermi in fila, poi soprattutto al ritorno devo disinfettare le confezioni dei prodotti che acquisto e per ultimo riporre gli orpelli che sono serviti a proteggermi dal VIRUS dopo averli disinfettati, forse è meglio che faccia la spesa online.” Così tra una domanda e l’altra, tra la perdita di tempo per riuscire a trovare la data libera del supermercato per la consegna a casa, tra il rassettare la casa e occuparsi di mantenere in equilibrio la propria persona e la propria mente, il tempo passa e ci si ritrova alla fine giornata. Beh che dire? Benvenuta Primavera!
Marinella B.
Coronavirus
Una brutta parola che pensavo di non sentire mai.
Purtroppo l’Italia non pensava mai di trovarsi in questa situazione, dover bloccare tutto, è stata per il governo una dura decisione, ma si è dovuto prendere questo provvedimento.
E’ un virus, si dice, venuto dalla Cina, trasmesso da un animale chiamato Pipistrello ed ha infettato l’uomo: si trasmette con goccioline di raffreddore e tosse .
Da questa esperienza stiamo imparando tante cose e se tutti noi rispettiamo le regole che ci sono state date ce la possiamo fare nel giro di poco tempo.
In questo momento dobbiamo rinunciare a tutti gli impegni programmati.
Sono speranzosa , ma con buona volontà ne usciremo fuori.
Leonarda T.
Grazie
Oggi 9 Aprile la giornata è molto bella abbiamo il sole e tanta voglia di tornare a fare tutto quello che facevamo prima, ma per adesso non si può, bisogna continuare a rispettare i divieti sperando che questi comportamenti ci portino a un miglioramento in tutto e per tutti.
Siamo tutti aggiornati al grande impegno di lavoro che stanno facendo tutti gli operatori del settore sanitario: medici, infermieri, croce rossa, protezione civile, regione e governo. Noi, persone comuni, dobbiamo solo avere pazienza, tanta pazienza. Poi un giorno, quando tutto finirà, in ognuno di noi rimarrà un ricordo che ci servirà come una nuova esperienza di vita, sicuramente ogni persona vedrà il domani in un modo diverso con la speranza anche in un mondo migliore.
Un sentito e profondo GRAZIE a tutti coloro che giorno e notte stanno facendo un lavoro straordinario per aiutarci a uscire da questo brutto momento.
Bruno F.
Lavati le mani
L’anno 2020, purtroppo, è iniziato male per la maggior parte di noi; tutto ha cominciato nel mese di Gennaio partendo dalla Cina.
Sulle prime il Coronavirus è stato preso un po’ alla leggera da tutti noi; però, in seguito, quando abbiamo incominciato a capire il pericolo di questa epidemia, siamo andati nel panico.
L’importante è prendere le adeguate precauzioni.
Cioè:
Lavarsi spesso le mani.
Mantenere la distanza di almeno 1 metro dagli altri.
Mettere la mascherina.
Rimanere a casa limitando l’uscita solo in caso di emergenza.
Dopodiché Tutto Andrà Bene.
Forza Italiani!!!!!!
Cesare L.
Il mio quotidiano
Io non so inventare storie di fantasia, non mi riusciva nella mia infanzia tanto meno ora. Ho sempre preferito i riassunti ai temi… sono senz’altro per le cose pratiche.
Attualmente siamo tutte segregate, ma consapevoli. Io cerco di impiegare il mio tempo, riordinando cose trascurate da tempo, dedicandomi ai miei hobbies: gioco a bridge online, cucio, faccio i compiti…
A parte gli scherzi va tutto bene, questa è la mia storia a lieto fine, perché sarà sicuramente così.
Sperando di non avervi tediate, vi invio un caro saluto.
Luisa R.
Primavera 2020
Siamo giunti al mese di marzo, mese che solitamente preannuncia la primavera.
Ogni anno in questo periodo, se le giornate sono soleggiate, iniziano i primi week-end al mare o in montagna.
Purtroppo ora ci troviamo totalmente limitati negli spostamenti, a causa del coronavirus. Sono sicura però che riusciremo, quanto prima, a tornare alla consueta normalità.
Gabriella B.
Covid 19
Il coronavirus è virus molto cattivo, è esploso in un modo molto veloce in Italia dove abitiamo, purtroppo ci ha colpiti molto duro e ci costringe a rimanere nelle nostre case, spero che tutto possa passare bene e di potere riprendere la vita normale.
Giuseppe D.
Ricordi
Ricordo dei miei 6 anni: giocavo con le amiche davanti al palazzo assessorile e casa mia, dove era una fontana esagonale del 1600, che per giocare a nascondino era ideale. C’erano pure tre bellissimi lavatoi costruiti con il marmo rosso di Verona edificati dai nostri antenati. Parlo di giorni vissuti con cordialità e formulo auguri per le forzate vacanze. Auguriamoci che si risolva presto questa piaga biblica di eccezionale gravità. Ciao
Cesira S.
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